Questa poesia pubblicata su forum letterario francese è stata tradotta in italiano.
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L’amour commence toujours par la faim
Un appel au sang fou
Un gouffre au ventre lourd
Un fil à retordre la raison qui gonfle
Un cordon dénoué qui s’enroule à l’avide
Ombilic cyclope pourvoyeur de désirs
Poings fermés au secours
Le premier cri qu’on avale et ravale
Cette première seconde d’éternité
Dans un exil de la mémoire
Une prière jaunie d’absence consume déjà l’horloge
L’urgence des pierres lapide nos affres d’abondance
Le mot d’ordre : désordonner l’Attente
Avant qu’elle ne ronge l’écorce du printemps.
Par paresse
Par faiblesse
Par anémie du geste
Comme l’arbre cherche le ciel infiniment
Les pieds recouverts de patience grimpante
Où vieillissent des promesses aux yeux pâles
Un mal impossible à dire
Une grippe des sens bégayant de futurs
Comme une rose souveraine
Saignant d’ivresse sur la rocaille
Une main parapluie aux nuages des détresses
Pour te trouver, j’en ai fait une montagne
Une avalanche de brume pour accrocher
Mes manques à la sangle des mots
Des malaises rengaines
Aux milles têtes de feu
L’agitation des mains souvent trop vides
Le corps miroir blessé de nos veines assaillies
Lassées de circuler toujours à contre sens…
De parenthèse en suspension
De temps plissé à vif qui nous soulève
Un peu trop haut sur le bord d’une falaise
Je pends mes rêves et mes réalités
Sur la place du visage aimé
Comme une étoile au cœur tranquille
Qu’il faut laisser filer...
Valerie Borgel
http://zestduneorange.canalblog.com
Traduzione in italiano
Nota: “ L’amore comincia con la fine - L’amour commence toujours par la faim ”:
In questo caso non è corrisposta nella nostra lingua la somiglianza fonetica esistente in francese fra i termini
“ faim/fin – fame/fine
L'amore comincia con la fine
L’amore comincia con la fame
una chiamata a sangue folle
un precipizio dal ventre pesante
un filo per ritorcere la ragione che gonfia
un cordone sfilacciato che si avvolge
all’avido ombelico
ciclope fornitore di desiderio
Pugni chiusi al soccorso
Il primo grido inghiottito e deglutito
questo prima frazione-secondo d’eternità
nell’esilio della memoria
Una preghiera ingiallita di assenza
consuma l’orologio
L’urgenza delle pietre
lapidano i nostri tormenti d’abbondanza
La parola d’ordine: Disordinare l’attesa
prima che erodi la scorza della primavera
Per pigrizia
Per debolezza
Per anemia del gesto
come l’albero cerca il cielo infinito
con piedi coperti di arrampicata pazienza
dove invecchiano promesse
in pallidi occhi
Un male impossibile da dire
virale nei sensi, balbuzzia tempi futuri
come una rosa sovrana
Dissanguando ubriachezza sulla roccia
una mano ombrello
verso le nubi del disagio
Per trovarti, ho fatto una montagna
Una valanga di nebbia per appendere
le mancanze alla cinghia delle parole
Malessere ritornello
con mille teste di fuoco
Agitazione delle mani,
spesso troppo vuote
Il corpo
specchio ferito
dalle nostre vene
prese d’assalto
stanche di fluire
in direzioni contrarie,
con parentesi in sospensione
La viva piega del tempo ci solleva
troppo in alto
sul bordo di un dirupo
Appendo i sogni e la realtà
sulla piazza del viso amato
come una stella di cuore tranquillo
che bisogna lasciare cadere ....
Valerie Borgel
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